"...anche se non credeva che L. avrebbe mai potuto fare altro che quello: lasciare andare indizi di ciò che era la sua realtà, per metterla a parte dandole unicamente frammenti e mezze istruzioni su come completare un puzzle architettato da lui.
...e a lei non rimaneva che seguirlo – ovvero l’unica costante della sua vita.
...Indugiare era attività pericolosa con il dio degli inganni…
..e ferita lo era, S., nell’orgoglio per non possedere la magia e altre abilità su cui far affidamento per non smarrirsi, ma anche per essere rimasta tanto a lungo incantata davanti allo sguardo magnetico del dio, incapace di reagire con prontezza, a tessere frasi morte in boccheggi muti.
I maremoti di un bacio come quello non erano facili da sottomettere – erano impossibili da imbrigliare alla ragione e nemmeno ci si doveva provare -, sollevavano troppo dagli abissi portando detriti di desideri mai ammessi nelle rive distrutte dal loro passaggi. "
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